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Da Vivant i vini naturali, ma prima da Saturne!

18 Dic

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Siamo stati male. Ebbene sì. Indigestiouse (pronucia francese, labbra a culo di gallina please). Allora ho dovuto annullare la reservation al Saturne. Per chi non lo sapesse (cioè tutti quelli come me prima di partire per Parigi), Saturne è un posto che va per la maggiore aujourduì. “Embè, se hai annullato la prenotazio’ a Saturno che ce frega?” Primo è Saturne e non Saturno e poi se non frega a te non vordì (vuol dire) che non frega a me; perché io a cena lì ci andavo con Frederik e Kim (quelli del post di ieri a “le Verre Volé”) e loro per lavoro provano e comprano vini…e sai quanta robba me so’ perso?!?! Robba che potevo di’ pure a te! “E a me numme frega gnende (niente) de Saturne e magari a Parigi ce vado pure, ma da le Saturne non ce metto piede!” Te pozzino ammazza’! E non ce anda’, mica te obbliga nessuno, però se cambi idea e ce vai: che te pozza (possa) jì (andate) pettraesso (di traverso) li sciampignò che pijerai…tanto uno come te solo “champignò” sa di’ (dire)!
Comunque, dopo un parde (paio) caffé e altrettanti tè, lo stomaco tornato a posto. Ma non riuscirei mai a fare un pasto serale da Saturne, allora decido la strategia: si va, si chiede di poter mangiare un menù in due e ci si incontra con i due esploratori di vini (Fred e Kim).
Prendo la metro n.3, fermata “la bourse”, dove sta la borsa…non quelle di Dior, ma la borsa economica. E siccome so che ci andra segui bene: gira a sinistra e percorri la strada principale che ti trovi di fronte (Place de la Bourse). Fai 50 metri e prendi il vicolo di destra (rue Notre-Dame de Victoire…). Dopo 20 metri trovi l’entrata del Saturne alla tua destra. È un’entrata/non entrata, nel senso che non ha insegna ed è poco luminosa.
Al Saturne funziona così:
– menù fisso di 7 portate a 60 euro. Vini esclusi. Punto.
Non si divide il menù. Se magna quello e basta. E siamo andati via. Con grande rammarico. Perché questo posto è la banca centrale dei vini naturali (una delle più grandi selezioni di Parigi, forse la più grande); apposta l’hanno messo alla fermata della borsa!!!
Da quello che mi ha detto Frederik anche il cibo è ottimo.
Quindi andiamo via. Do’ (dove) andiamo?! Sperduti. Fame l’abbiamo, ma lo stomaco è in sofferenza, serve un posto che non ti obbliga a magna’ tutto quello che dice lui. E camminiamo in direzione est (credo…). A un certo punto chi te vedo? “Tu sorella”. No, Frederik e Kim che stavano andando a mangiare da Saturne. “Non po’ esse, manco nei firmi succede sse cose”. E invece po’ esse, tanto che Frederik mi suggerisce di provare da Vivant…mi spiega la strada…mi perdo…mi ritrovo…trovo Vivant. Bocco drento (entro). E mi godo una serata splendida!
Vivant è un posto come piace a me: informale (al contrario del rigidissimo e minimalista Saturne), piccolo e pieno di cose. Il prorietario del bancone è David, cui ho promesso l’invio di alcuni biscotti di Serrapetrona; lo chef è Pierre Jancourt (cui, purtroppo non ho parlato). Si mangia alla carta su dei micro-tavolini con superficie di marmo (n.3 tavoli in tutto, fantastico!). Posate retrò; piatti differenti uno dall’altro (come piace a me).
Il costo delle portate è in linea con i prezzi di locali simili. Con 30-35 euro mangi una portata e bevi un paio (forse 3) calici…oppure bevi uno o due calici e mangi un paio di piatti. Ovviamente mangi e bevi ciò che calici e piatti contengono (perfettini, ti conosco!).
Io, come ultima sera che dici che me so’ mangiato? “Lo cervello”. Tuo e de li…oppela, no, non il cervello, ma “une terrine de boudin noir / foie gras” ossia un budino di carni con fois gras nel mezzo (16€). Ottimo piatto. Soldi ben spesi. Ho accompagnato il tutto con due vini naturali di cui posto l’etichetta. Ed un vino da dessert, piuttosto buono.
Il mozzo ha pasteggiato con un “veau de lait / polenta” vitello con funghi, verdure e polenta (€16). Piatti ottimi.
Sui vini naturali:
nonostante l’ottima serata la mia impressione sui vini naturali è ancora molto critica. Quelli che mi sono stati serviti sono vini al massimo discreti, di facile bevibilità e bassa gradazione alcoolica (i rossi arrivano a stento a 12 gradi). La definizione “vins de France” indica che questi sono vini da tavola. Sicuramente ci sono vini naturali superbi, ma devo tornare e approfondire l’argomento perché per ora mi hanno rifilato solo vini che mi ricordano quelli che faceva zio quando ancora lavorava la terra (a parte i due bianchi provati al le Verre Volé della sera prima).
A Parigi è forte l’impressione che per molti quella dei vini naturali sia più una moda che un’esigenza.
L’idea, però, di cercare di produrre vini senza alcuna influenza nel gusto che non sia quella dovuta all’uva e al terroire è davvero forte, quindi morte ai vini naturali e viva i vini naturali! (Mi sa che se andavo da Saturne il vino era super!)

Grande lo chef (amico di Bottura)!!!

Marcò (dans la cocotte)

p.s. Vivant è chiuso il sabato e la domenica. “Tu dici tutte cavolate!” Anche io all’inizio pensavo fosse assurdo: chiudi i due giorni migliori?!?! Poi conosciuto David, captata l’atmosfera ho cambiato idea: tu c’hai capito tutto: incassi dal lunedì al venerdì e poi te vai a diverti’ il fine settimana: brao! (sotto te ce metto pure il menù e la carta dei vini…che professionalità’!)

🙂

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